Ora si inizia ad esagerare!

Bisogna aiutare i terremotati. Hanno perso tutto. Casa e lavoro. Il sistema produttivo delle zone colpite è in ginocchio.

Per far fronte alle urgenze della ricostruzione in Emilia, da un tecnico e da un esecutivo di professori ci saremmo aspettati qualcosa di nuovo rispetto alla solita tassa sulla benzina che invece ci hanno propinato. Aumentare le accise sui carburanti è un’idea che in Italia è stata applicata in quarant’anni dai governi di ogni colore: non c’è evento sismico o emergenza grave che non sia stato finanziato spillando soldi alla pompa, cioè prelevandoli dal portafogli dei consumatori. In questo modo, anno dopo anno, si sono aggiunte nuove accise senza togliere mai le precedenti, per cui oggi il nostro pieno è il più caro d’Europa  e gli italiani sono costretti a pagare non per il terremoto d’Abruzzo, ma ancora per quello del Belice accaduto nel gennaio del 1968, in quanto le tasse sono come i diamanti, cioè per sempre.

Mi spiego: non si tratta di avercela con la popolazione dell’Emilia colpita dal sisma. Quella è gente che ha perso il patrimonio di una vita, quando addirittura non la vita stessa, per cui merita il nostro rispetto e tutto il nostro aiuto. C’è però modo e modo di aiutare i terremotati e gli italiani stessi lo dimostrano aderendo con entusiasmo alle tante sottoscrizioni lanciate in tv o sulle pagine dei giornali. Per far fronte ai danni provocati dalle scosse è proprio necessario far gravare un’altra tassa nelle tasche dei contribuenti? Già molti di loro non se la passano bene, soprattutto di questi tempi in cui si chiede di pagare le imposte anche sulla casa in cui si abita con la propria famiglia. Se poi ogni mese si rincarano le accise, l’auto chi la usa più?

Come se non bastasse, il governo non pare escludere l’idea di aumentare di un punto o due l’Iva, una misura che ancora una volta colpirebbe tutti (terremotati compresi), provocando tra l’altro un aumento dell’inflazione e dunque riducendo il potere d’acquisto dei redditi più bassi. E, di male in peggio, non avrebbe scartato neppure l’ipotesi di una patrimoniale che prelevi un po’ di contante a chi è riuscito ad accantonare qualche risparmio.

Insomma, dalle prime misure adottate e da quelle ventilate si capisce che tutto intende fare il governo tranne mettere mano alla spesa pubblica e agli sprechi. Allora altro che spending review, altro che alto commissariato per gli acquisti di Stato. Qui tutto continua come prima e non un solo euro è stato tagliato. Nonostante gli annunci del ministro incaricato, Piero Giarda, secondo il quale ci sono cento miliardi di uscite dalle casse dell’amministrazione dei ministeri e degli enti locali che possono essere risparmiati, alla fine tocca sempre ai contribuenti  saldare i conti.

Che dire, a proposito, del doppio stipendio, previsto dalla legge 267 del 2000 che permette agli eletti di raddoppiare lo stipendio cumulando l’impegno da consigliere comunale o provinciale con quello che di fatto non esercita più? Nel caso di un insegnante passato in politica, per esempio, in Emilia i Comuni pagano non solo il gettone di presenza ma anche lo stipendio da professore anche se il politico in questione non ha mai messo piede in aula.

E poi ci sono le banche. Che, neanche davanti a situazioni di emergenza come questa, neanche davanti alla parola solidarietà, rinunciano ad incassare le commissioni sui bonifici dei donatori. Per cui si crea l’incresciosa situazione di persone che, già sotto pressione per la pesante situazione economica, decidono di fare delle donazioni, ma si trovano costretti a dover versare anche l’obolo della commissione alle banche (soprattutto se sono diverse da quelle in cui donatore ha un conto). Ma almeno in situazioni come queste le banche, e non solo non sempre i cittadini, potrebbero mettere da parte i propri interessi.

Altra nota dolente: in data odierna ci tocca registrare che lo spread è tornato a salire fino a lambire quota cinquecento.

Segno evidente che la cura Monti inizia a non piace più ai mercati. E sarebbe ora di far capire che le tasse sono una palla al piede per la crescita economica.

Moltiplicando le imposte, non si moltiplica il portafogli degli italiani.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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