Terremoto e alluvioni: lo Stato pagherà ancora?

In futuro toccherà alle assicurazioni occuparsi dei rimborsi ma, in attesa dell’esame parlamentare e dei dettagli, piovono molti dubbi. Tra cui quello sui costi nelle zone più a rischio.

Altra considerazione: se fosse già in vigore, sarebbe un bel salasso per le compagnie di assicurazione. I danni provocati dal sisma dell’Emilia Romagna dovrebbero risarcirli loro ai cittadini. Lo Stato infatti non si farà più carico delle spese per alluvioni e terremoti, affidando il tutto alle polizze private. La decisione è contenuta all’art. 2 del decreto legge 59/2012 di riforma della Protezione civile (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 maggio 2012). Che recita: “Possono essere estese ai rischi derivanti da calamità naturali tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà privati”.

La nuova normativa, che passa ora all’esame del Parlamento, non entrerà comunque in vigore immediatamente. Per fortuna?Entro il 15 agosto, di concerto con i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo economico, dovrà essere emanato un regolamento che specifichi nel dettaglio le modalità e i termini del provvedimento, ancora non molto chiaro.

Polemiche e interrogativi, invece, sono già piovuti: chi vive in zone soggette a terremoto dovrà pagare di più? Le assicurazioni saranno disposte a stipulare in aree a rischio? Quanto influirà, in periodo di crisi, sul bilancio familiare la nuova polizza? Il nostro è infatti un territorio ad alto rischio, in cui oltre il 45% dei Comuni italiani è posizionato in zone soggette a disasti naturali e in cui c’è ancora troppa poca prevenzione e troppo abusivismo. Il timore più grosso è che da volontarie le polizze diventino obbligatorie, trasformandosi di fatto in una nuova tassa. Il Governo dovrà puntare sull’incentivazione all’acquisto con detrazioni fiscali sui premi o riduzione dell’Irpef.

Il mercato imporra prezzi proporzionali al rischio?

Se lo Stato volesse creare un sistema capillare di coperture per le abitazioni private, dovrebbe assumere il ruolo necessario di riassicuratore di ultima istanza. In questo modo potrebbe anche indurre un meccanismo di mutualità dei premi calmierando i costi per le aree a maggior rischio. I costi per il cittadino sono stimati intorno ai 100 euro annui per 100 mila euro di valore dell’immobile; nessuno esclude perà che possano arrivare a 200 euro.

Un bel risparmio invece per lo Stato, se si calcola che nell’ultimo periodo sono stati spesi 3,5 miliardi l’anno per alluvioni e terremoti. 35 miliardi secondo una stima OCSE, negli ultimi dieci anni.

Eppure, quella che per noi sembra essere una trovata per spremere ulteriormente i cittadini, all’estero è una realtà già da molto tempo. In Francia vige l’obbligatorietà: privati e imprese devono stipulare una polizza antincendio sugli immobili con una clausola contro le calamità naturali e lo Stato, per consentire alle Compagnie di garantire i rischi di difficile copertura, interviene con una società di riassicurazione pubblica che offre alle compagnie la possibilità di riassicurarsi a un tasso fisso di cessione. Anche in Spagna la polizza è obbligatoria, mentre in Gran Bretagna e Germania, nonostante la sottoscrizione sia volontaria, gran parte delle polizze incendio copre anche il terremoto; negli Usa la copertura è presente dal 1994.

Resteremo a vedere cosa succede nelle prossime puntate. Voi cosa ne pensate?

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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