Ma il cielo è sempre più blu…

Negli ultimi giorni ha preso corpo una polemica che riguarda il Quirinale; una vicenda confusa intitolata “trattativa fra Stato e mafia”.
È il trionfo dei dietrologi e di tutti quelli che, dentro o fuori il Parlamento, cercano di recuperare un po’ della visibilità che Beppe Grillo ha rubato loro.
Il riferimento è il periodo ’92-’93, vent’anni fa, quando fu sospeso il carcere duro ai boss mafiosi, una decisione in seguito collegata alla supposta «trattativa» fra autorità dello Stato e organizzazioni mafiose.

Siamo  su un terreno insidioso e sconosciuto, da cui si è sollevato un gran polverone. Perchè chiamare in causa il presidente della Repubblica? Antonio Di Pietro si butta slle offensive politiche perchè adesso il Pd lo tiene ai margini e il futuro gli appare incerto. Ma all’ex magistrato dovrebbe risultare chiaro che coinvolgere il capo dello Stato in una polemica furiosa e inconcludente rappresenta una ferita grave alle istituzioni. Proprio il caos in cui talvolta sembra sprofondare il nostro paese dovrebbe suggerire a tutti molta prudenza prima di insinuare dubbi sulla correttezza di Napolitano. Le elezioni si avvicinano, i “grillini” galoppano nei sondaggi e c’è chi, ripeto, come Di Pietro, teme di restare incastrato.

Altro tema è naturalmente l’arresto del senatore Lusi. Il Pdl non ha partecipato al voto e quindi ha lasciato il centrosinistra a sbrogliarsela da solo. Ovvio che l’esito non poteva essere diverso. Lusi avrebbe fatto meglio a dimettersi, invece di sperare fino all’ultimo nel voto segreto trasformandolo in un caso di coscienza (o in una mania di persecuzione). Resta il fatto che chi ha votato per l’arresto ha compiuto una scelta di convenienza, per il successivo giudizio di un’opinione pubblica esasperata. Ma Lusi è solo l’anello di una catena più lunga. Il finanziamento ai partiti si presta a ogni sorta di malversazione ed è ormai una malapianta che andrebbe tagliata alle radici. Non si può pensare che, associando Lusi alle patrie galere, i suoi colleghi parlamentari riguadagnino per incanto la verginità politica. Gli italiani hanno le idee chiare al riguardo. E’ stato un segnale di responsabilità anche la decisione di procedere a voto palese e non segreto, per restituire ad ogni parlamentare il coraggio della scelta senza riguardo alla disciplina di gruppo e alle omertà personali, senza il bisogno di ricorrere al segreto della propria coscienza.

Resta infine la questione europea, senza riferimento alcuno agli Europei di calcio, ma all’Europa della moneta e della politica, dove siamo entrati nella fase a eliminazione diretta. Chi perde è fuori. Errori, egoismi, autogol, non sono più consentiti. Per usare termini calcistici. Troppi in Italia chiedono ogni giorno di essere salvati dalla Germania ma non si chiedono mai che cosa possano fare loro per salvare l’Italia. Pretendono miracoli da Monti al prossimo summit, ma vorrebbero mandarcelo a spalle scoperte. Giocano per se stessi, senza capire che se ci fanno perdere questa partita il campionato è finito per tutti.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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