Gioco d’azzardo, Anci: legge nazionale per riqualificare quantità e qualità

I comuni italiani chiedono una “legge nazionale che riqualifichi la quantità e la qualità del gioco”, che la politica dia risposte e un’attenzione da parte del governo centrale verso il gioco d’azzardo, questioni “non più rimandabili”.

È quanto ha detto Alessandro Cattaneo, presidente facente funzioni dell’Anci, nonché sindaco di Pavia conosciuta come la capitale italiana del gioco d’azzardo, nel corso della conferenza stampa a Roma organizzata insieme alla campagna “Mettiamoci in gioco”.

Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico “sta producendo ricadute sociali che non vengono ancora riconosciute ma che hanno effetti disgreganti sulle comunità e sulle famiglie, per questo è stato sollecitato un intervento del governo e del parlamento per “regolamentare e limitare la diffusione del gioco d’azzardo in Italia”.

Le principali azioni da compiere per l’Anci sono l’approvazione di “una legge quadro sul gioco d’azzardo che rafforzi le funzioni e le competenze dei Comuni”, un potenziamento “dei poteri sanzionatori dei Comuni, attribuendo loro, in tutto o in parte, i proventi delle sanzioni amministrative”. Si chiede di intervenire sulla tassazione, elevando le entrate complessive per lo Stato e di vincolare l’1% del fatturato annuo dei giochi d’azzardo al finanziamento delle azioni di prevenzione, assistenza cura e ricerca relative al gioco d’azzardo patologico. Inoltre l’Anci chiede di “limitare, controllare e regolamentare la pubblicità sul gioco d’azzardo legale”, evidenziando i rischi legati alla dipendenza e diffondendola al di fuori delle fasce orarie protette, e di “destinare una somma dei proventi alle attività di contrasto, prevenzione e cura delle ludopatie ai ministeri, alle regioni e agli enti locali per promuovere campagne di informazione”.

Infine, l’Anci propone anche di “inserire il gioco patologico tra le condizioni di dipendenza e consentire ai giocatori patologici il diritto alla cura e al mantenimento del posto di lavoro”, di “avviare studi e ricerche di carattere epidemiologico per monitorare la diffusione delle forme di gioco problematico” e di “promuovere iniziative di formazione per gli esercenti mirate alla prevenzione degli eccessi nel gioco”. Ancora si chiede una moratoria sui nuovi giochi e al bando di nuove concessioni e un contingentamento delle “macchinette” e che ci sia un Authority indipendente da Aams.

“Non è pensabile che l’Osservatorio sul gioco d’azzardo sia lasciato in mano all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – ha sottolineato Don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza -. Perché è come se il controllore fosse anche il controllato”. Per Zappolini in questi anni l’Italia si è trasformata “in una terra di nessuno. Ecco perché vogliamo lanciare un appello per un risveglio nazionale anche perché chi più gioca ha il reddito più basso e spesso non si dice che le probabilità di vincere sono bassissime”. “Noi sindaci – ha aggiunto Cattaneo – abbiamo il termometro della situazione sul gioco d’azzardo sul territorio, ma le nostre armi sono ‘spuntate’ e finora le risposte date sono state semplicemente dei palliativi. Chiediamo una mano a governo e parlamento. Senza una legislazione nazionale non arriviamo a nulla: sediamoci al tavolo con anche con Confindustria Sistema Gioco, che ha avuto sempre un atteggiamento responsabile, per affrontare questo tema”.

Altra richiesta: “Facciamo un censimento così che aumenti il gioco sicuro e con questo ci siano anche maggiori introiti per lo Stato. Il controllo sulle istallazioni illegittime può essere affidato a noi e una parte del ricavato di questa attività di contrasto può rimanere ai territori”.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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