Il solito tira&molla marchiato FIAT

Parliamo dell’incontro tra i vertici Fiat e il Governo.

A Mirafiori, a Cassino, a Melfi la cassa integrazione ordinaria e straordinaria va esaurendosi e Fiat voleva assicurazioni sulla disponibilità del Governo a garantire la copertura di ammortizzatori, oltre a impegni per sostenere la competitività dell’industria automobilistica in Italia.
Monti e Passera, invece, volevano avere maggiori garanzie sugli investimenti in Italia promessi a suo tempo da Fiat. Sull’incrocio di queste due esigenze si è consumato un confronto simile quasi ad una trattativa sindacale. Il comunicato che ha chiuso l’incontro segna la possibilità di un percorso comune, ma le incognite restano tutte.

Innanzitutto l’impegno di Marchionne a investire in Italia “nel momento idoneo” per approfittare della ripresa del mercato europeo non garantisce nulla, né sui tempi dell’investimento, né sull’entità dell’impegno. Solo i produttori europei che investiranno oggi in innovazione e nuovi modelli saranno in grado di approfittare della ripresa del mercato a tempo debito. Altrettanto vago l’impegno “a salvaguardare la presenza industriale del gruppo in Italia”. Niente si dice infatti quando e per quanto di quella presenza.

Se il Governo voleva garanzie, dunque, non le ha avute. Né d’altra parte Monti e Passera erano disponibili a mettere sul tavolo una contropartita in termini di aiuti o incentivi specifici per Fiat. Si farà il possibile per la cassa integrazione in deroga, ma la vicenda Fiat viene giustamente inquadrata in quella che è la questione più generale della manifattura italiana.

La Fiat è una parte importante del sistema industriale italiano. Ma ne è una parte. E quell’intero sistema è in grande sofferenza. Perciò oggi il Governo deve impegnarsi a fare tutto il possibile per sostenere, prima che la Fiat, il complesso della manifattura italiana.
Questo vuol dire attuare le riforme, in particolare le semplificazioni burocratiche. E vuol dire concentrare tutte le risorse disponibili sulle misure per la competitività del nostro sistema. In particolare: credito di imposta per gli investimenti in innovazione e ricerca, sgravi fiscali sulla parte dei salari più legato alla produttività, imposte agevolate sulle infrastrutture fisiche e digitali.

Se si percorrerà questa strada ne beneficerà il Paese nel suo insieme e ne beneficerà Fiat. Non è più il tempo di “quel che è bene per la Fiat è bene per l’Italia”. Oggi quello che è bene per tutta l’industria italiana può essere anche il bene di Fiat.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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