VISITA MEDICA SPORTIVA E DEFIBRILLATORI: SPESE INUTILI O INVESTIMENTI NECESSARI?

Il 20 luglio 2013 sulla Gazzetta Ufficiale n° 169 sono state pubblicate alcune delle novità in materia di sport introdotte con il decreto Balduzzi, entrate poi in vigore il 5 agosto. In particolare per quanto riguarda i certificati medici per attività sportiva amatoriale, ludico – motoria e non agonistica, è stata fatta una distinzione tra quella a basso e quella ad alto impatto cardiovascolare. Novità durate ben poco, visto che il 20 agosto, con la pubblicazione della legge di conversione del «decreto del fare» sulla Gazzetta ufficiale n° 194, l’articolo 42bis ha cancellato tutte le novità in materia di certificazione medica.

In parole povere: se con il primo decreto si faceva riferimento a tre tipi di certificazioni mediche  (attività amatoriale o ludico motoria, attività non agonistica o attività non agonistica ad alto impatto cardiovascolare in ambito di federazioni sportive), con l’articolo 42bis del «decreto del fare» si stabilisce che «al fine di salvaguardare la salute dei cittadini promuovendo la pratica sportiva, per non gravare cittadini e Servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, è soppresso l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e amatoriale, e nel contempo rimane l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica. Sono i medici o pediatri di base annualmente a stabilire, dopo anamnesi e visita, se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti come l’elettrocardiogramma».
Ossia: la visita non è obbligatoria ma necessaria per svolgere attività fisica.

In Italia, a livello agonistico, siamo sotto una normativa che rende obbligatoria la visita sportiva mentre per il non agonistico siamo ancora fermi al “buon senso”.
La domanda quindi sorge spontanea: la visita medica è utile o piuttosto è  una “spesa in più” ed una perdita di tempo? Come emerso dall’incontro organizzato dal CONI provinciale di Verona, ieri sera in sala Lucchi, il nostro paese a livello di morti improvvise ha una percentuale molto più bassa rispetto ai paesi dove le visite mediche sportive non sono obbligatorie (vedasi, ad esempio, Stati Uniti, dove è richiesta solo un’autocertificazione!). Visite mediche salvavita quindi? No, ma si può affermare senza tema di smentita che le certificazioni di idoneità all’attività fisica sono un ottimo strumento di prevenzione.

Purtroppo ancor oggi molti di questi esami vengono effettuati in modo “artigianale”, presso strutture inadeguate o addirittura negli spogliatoi/bagni di centri sportivi o palestre. Il tutto con l’obiettivo di far risparmiare qualche euro al paziente.
Se a livello giovanile i controlli sono (abbastanza) garantiti, la stessa cosa non si può dire per i campionati amatoriali. In questo caso la colpa è principalmente degli enti organizzatori che permettono ai tesserati di giocare pur non avendo presentato il certificato di idoneità.

Spendere qualche decina di euro per verificare il proprio stato fisico è un investimento che chiunque può fare. Credo si possa tranquillamente affermare che la certificazione per attività sportiva è un ottimo strumento di prevenzione, a prescindere da leggi, soldi e perdite di tempo.

Per quanto concerne i defibrillatori, le società sportive dilettantistiche e quelle sportive professionistiche dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 6. Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi con i gestori degli impianti perché siano questi a farsene carico.
Il decreto ministeriale contiene linee guida dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrà essere presente personale formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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