Ritorno dopo circa tre settimane di vacanze all’estero, sfoglio nel week-end i giornali per aggiornarmi sugli ultimi fatti accaduti e toh!, guarda caso, non è cambiato gran che durante tutto questo tempo. Ok, mettiamoci in mezzo le sacrosante vacanze estive e ferragosto.
Dopo le anticipazioni, le dichiarazioni e le indiscrezioni sulla nuova legge elettorale sembra questa volta stia finalmente per arrivare: meglio tardi che mai. Anche perché il Porcellum è diventato nel frattempo la “più odiata dagli italiani”. Nell’ultimo anno Napolitano è intervenuto nove volte per sollecitarne invano la riforma e se i partiti ci obbligassero a votare nuovamente con tale sistema, poco ma sicuro, andrebbero alle urne soltanto i loro militanti.
Il futuro sistema elettorale non sarà né un maggioritario puro (all’inglese), né un proporzionale puro (alla tedesca). Il Mattarellum – in vigore dal 1993 al 2005 – era maggioritario per tre quarti, proporzionale per un quarto. Il Porcellum – ahimè, tuttora in vigore – ha un impianto proporzionale, ma viziato da un premio di maggioranza senza precedenti nella storia italiana, fatto ad hoc da qualcuno. Senza far nomi. Adesso si profila una soluzione: metà collegi uninominali (vince il candidato più votato), metà liste bloccate (vince il candidato nominato, se ha un buon posto nella lista e se la lista trova posto nel cuore degli elettori).
Ciò che bisogna fare e il NON fare troppi strafalcioni. Collegi piccoli, però non troppo piccoli (e allora sono grandi). Indicazione del futuro premier sulla scheda elettorale, quando la nomina spetta pur sempre al capo dello Stato. Soglia di sbarramento al 5%, ma con una deroga per chi la superi in almeno tre regioni, restando sotto a livello nazionale. I partiti locali possono ottenere seggi attraverso i collegi uninominali; tuttavia appesantirebbe il sistema il rappresentarli a scapito di formazioni presenti in tutto il territorio, che magari non valicano lo sbarramento per lo 0,1% (nel 2001 capitò a Di Pietro).
E il premio? Al primo partito, anziché alla coalizione. Giusto così, ci risparmieremo alleanze ballerine, matrimoni d’interesse che finiscono un minuto dopo lo scambio degli anelli. Nessun bonus può mai garantire governi di legislatura, come sa bene Berlusconi. La garanzia sta nella politica, non nei marchingegni elettorali.
È infatti questa l’urgenza prioritaria: ricollegare la strada interrotta fra eletti ed elettori, restaurare la perduta autorità del Parlamento. Darci una bella asfaltata sopra. Per riuscirvi, sarebbe meglio dialogare con ogni partito ospitato dalle assemblee legislative, senza tenere fuori dalla porta Italia dei valori,la Lega, i Radicali. Si fa così, quando c’è da scrivere le regole del gioco. Ma qualcuno parla sempre fuori dalle righe perché pensa solo esclusivamente a qualcosa che si chiama “campagna elettorale perenne”.
Serve mettersi alle spalle il doppio vizio del Porcellum: premio di maggioranza senza limiti, parlamentari senza voto. Questo sistema scellerato non lo rimpiangeremo.