Un segno indelebile sulla coscienza della Repubblica

“Durante il rapimento di Aldo Moro, la linea della fermezza era l’unica via possibile. Se noi avessimo ceduto, ci sarebbe stato uno sciopero bianco di tutte quelle categorie che erano state colpite dai brigatisti perchè tra morti e feriti un pezzo dell’Italia aveva pagato un contributo pesantissimo. Se noi avessimo trattato ci sarebbe stata la ribellione delle vittime del terrorismo. La linea della trattativa non avrebbe risolto il problema. Resto rammaricato per non essere riuscito a salvare Moro. Sicuramente c’è stata una correlazione tra l’insediamento del mio Governo e il rapimento Moro. Noi pensavamo che i brigatisti fossero un vero e proprio esercito. In realtà erano molti meno. Se lo avessimo saputo avremmo agito diversamente”, lo sostiene Giulio Andreotti a Daniele Biacchessi, in una delle sue ultime interviste a Radio 24.

Personalmente ritengo che comunque la morte di Aldo Moro, dopo 35 anni, resti un segno indelebile sulla coscienza della Repubblica.

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Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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