Spending review – atto secondo

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge sui tagli alle spese della Pubblica amministrazione, la cosiddetta spending review e nelle prossime settimane sarà emanato un ulteriore decreto sulla spending review che riguarderà le agevolazioni fiscali e la revisione della spesa e dei contributi pubblici.

Il decreto coinvolge tutti i settori ma vede nel comparto della spesa sanitaria componente centrale come il pubblico impiego e l’articolazione periferica dello Stato.Per quanto riguarda i piccoli ospedali, non ci sarà il taglio che aveva fatto molto discutere. Non sarà il governo a decidere le chiusure o gli accorpamenti, ma le Regioni.

Più che dovuta la scelta inerente l’Iva; il recupero di fondi garantito dal decreto fa rinviare a luglio 2013 l’aumento dell’Iva che era previsto in autunno.

Previsti anche tagli di personale che interesseranno tutta la pubblica amministrazione e la possibilità che la pubblica amministrazione stessa potrà rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi. Dunque efficacia ed efficienza richiesti ora anche per il settore pubblico.

Il decreto interviene anche sulle province, prevedendone la riduzione e l’accorpamento, con l’obiettivo di dimezzare il numero attuale.

Finalmente è legge anche il taglio sui rimborsi elettorali ai partiti. Il testo approvato in via definitiva dal Senato prevede, infatti, il dimezzamento dei soldi pubblici ai partiti nel 2012 e una riduzione negli anni successivi. È anche previsto un sistema misto di finanziamento pubblico e privato e controlli dei bilanci affidati a una commissione ad hoc composta da 5 magistrati. La nuova legge garantisce, inoltre, massima trasparenza con la pubblicazione online dei conti. Il dimezzamento dei rimborsi ai partiti nel 2012 e nel 2013 verrà destinato alle popolazioni colpite da terremoti o calamità naturali dal primo gennaio 2009 a oggi. Ecco i contenuti nel dettaglio, come riportato nel Corriere della Sera.

1) Accesso ai rimborsi per le spese elettorali, fissazione di un criterio comune a tutti i tipi di elezione (articolo 6). L’articolo modifica l’articolo 9 della legge 515/1993. Il fondo per il rimborso delle spese elettorali per il rinnovo del Senato della Repubblica è ripartito su base regionale, suddiviso tra le regioni in proporzione alla rispettiva popolazione. La quota spettante a ciascuna regione è ripartita tra i partiti, i movimenti politici e i gruppi di candidati, in proporzione ai voti conseguiti in ambito regionale, a condizione che abbiano ottenuto almeno un candidato eletto nella regione. Partecipano alla ripartizione del fondo anche i candidati non collegati ad alcun gruppo che risultino eletti. Il fondo per il rimborso delle spese elettorali per il rinnovo della Camera dei deputati è ripartito, in proporzione ai voti conseguiti, tra i partiti e i movimenti politici che abbiano ottenuto almeno un candidato eletto.

2) Atti costitutivi e statuti dei partiti e dei movimenti politici (articolo 5). Le forze politiche fruitrici della contribuzione pubblica sono vincolate all’adozione di un atto costitutivo e di uno statuto, in forma pubblica e con l’indicazione in ogni caso dell’organo competente per l’approvazione del rendiconto di esercizio e responsabile per la gestione economico-finanziaria. La disposizione pone l’inadempimento come causa di decadenza da esso. L’obbligo si adempie con la trasmissione dell’atto costitutivo e dello statuto ai presidenti del Senato e della Camera, entro quarantacinque giorni dallo svolgimento delle elezioni. Lo statuto deve essere conformato a principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze e ai diritti degli iscritti.

3) Contributi a titolo di cofinanziamento a partiti e a movimenti politici (articolo 2). Disciplina – innovando alla normativa vigente, che non la prevede – una contribuzione pubblica ai partiti parametrata per una quota sull’autofinanziamento dei partiti. La contribuzione pubblica è destinata: per una quota, del 70%, al rimborso di spese elettorali e per attività ordinaria; per una quota, del 30%, al “cofinanziamento” rispetto alla contribuzione proveniente da soggetti privati (0,50 euro per ogni euro ricevuto dalla contribuzione privata, cioè quote associative o erogazioni liberali. C’è un limite di 10mila euro per ogni persona fisica o ente erogante). A tale cofinanziamento sono complessivamente destinati 27,3 milioni. La normativa prevede il requisito di un candidato eletto (sotto il proprio simbolo) conseguito nell’elezione di riferimento o il 2% almeno dei voti validi conseguiti nella elezione della Camera dei deputati. In tal modo si accede in cofinanziamento ai quattro fondi, ciascuno destinato alla propria elezione (di Senato, Camera, Parlamento europeo, Consigli regionali e provinciali autonomi). Ogni fondo per il cofinanziamento così dispone di 6,825 milioni di euro. Il fondo per il rinnovo dei consigli regionali è ripartito su base regionale in proporzione alla rispettiva popolazione. Il contributo in cofinanziamento – che è annuale – è erogato con riferimento all’esercizio precedente, sulla base delle scritture e dei documenti contabili che la formazione politica avente diritto abbia presentato entro il 15 giugno alla Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici, istituita dall’articolo 9 del provvedimento. Le formazioni politiche devono dichiarare alla Commissione l’importo complessivo delle erogazioni liberali ricevute (al netto del limite di contribuzione individuale), certificato da una società di revisione (o – solo per il 2012 in via transitoria – dal collegio dei revisori di ciascuna formazione). La Commissione per la trasparenza comunica l’entità del contributo attribuibile alla Presidenze di Camera e Senato, entro il 10 luglio di ciascun anno, ai fini dell’erogazione.

4) Deleghe al Governo e disposizioni in materia di erogazioni liberali (articolo 15). Delega il Governo all’adozione – entro centoventi giorni – di un testo unico in materia di contribuzione ai candidati e ai partiti o movimenti politici (e di rimborso alle spese per consultazioni referendarie). Viene esteso il regime delle detrazioni fiscali sulle erogazioni liberali fissato per i partiti politici, a quello stabilito per le Onlus, le associazioni di volontariato. Per esse si prevede l’aumento dell’importo detraibile dal 19% al 24%, per l’anno 2013; al 26%, a decorrere dal 2014.

5) Detrazioni per le erogazioni liberali in favore di partiti e di movimenti
politici (articolo 7).
L’articolo dispone l’aumento della percentuale dell’importo detraibile (dal 19% al 24%, per l’anno 2013; al 26%, a decorrere dal 2014) delle erogazioni liberali in favore dei partiti e movimenti politici, da parte di persone fisiche o di società. Al contempo diminuisce il limite (massimo e minimo) di contributo detraibile, che diviene compreso tra 50 e 10mila euro (non più 103.291 euro). L’articolo dispone che diano luogo a detrazione le erogazioni ai partiti presentatori di liste alle elezioni per il rinnovo della Camera, del Senato o del Parlamento europeo, o aventi almeno un eletto in un Consiglio regionale. Estensione dell’aliquota Iva agevolata del 4%, all’acquisto di messaggi politici ed elettorali sui siti web.

Alla fine, insomma, la politica, ha fatto prevalere il buon senso e ha dimostrato di avere un po’ di responsabilità. E Grillo, avrà ancora qualcosa su cui ridire in merito?

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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