Spagna: una corrida difficile

E’ indispensabile assicurare i depositi e introdurre una procedura europea di amministrazione controllata delle banche in crisi che liquidasse le banche inefficienti. Il problema principale è che si è sempre guardato al problema immediato (arginare un possibile effetto contagio di un’uscita della Grecia) senza pensare agli effetti di lungo periodo. E gli effetti di lungo periodo, sia economici che politici, saranno disastrosi.

Il sistema bancario spagnolo prima della crisidiviso fra tre grandi banche (Santander, Bbva, Caixa di Barcellona) e il resto: una miriade di piccole casse di risparmio locali. Come le nostre vecchie casse di risparmio, quelle spagnole erano appannaggio dei politici locali. Poco sofisticate e diversificate, queste casse avevano cavalcato con gioia la bolla immobiliare iniziata con l’entrata della Spagna nell’euro. I prezzi delle case in continua ascesa avevano eliminato qualsiasi freno alle clientele politiche: i prestiti venivano fatti solo per amicizia, tanto si guadagnava comunque.

Con l’esplosione della bolla immobiliare i nodi vennero al pettine. Ma si cercò di coprirli per lungo tempo, allungando le scadenze sui prestiti e facendo finta che il creditore fosse ancora solvente. Questo creò una grande incertezza sul valore reale delle perdite. “Per esempio, la Cassa della Castilla-La Mancha riportava crediti in sofferenza per “solo” il 9,3% prima della tentata fusione con Unicaja. Quando Unicaja chiese a un revisore di controllare i bilanci, i crediti in sofferenza esplosero al 14,2 per cento”(*).
Per fronteggiare questa crisi la Banca di Spagna cercò di favorire le fusioni tra casse di risparmio. Così nel 2010 si formò Bankia, l’unione di ben sette casse di risparmio (un’altra bella mossa del Governo Zapatero).

Per le banche la strategia era di diventare così grandi da assicurarsi un supporto politico. Che questo fosse il movente lo dimostra la composizione dei consigli di amministrazione: non composti da esperti bancari, ma da uomini politici, a garantire l’aiuto statale in caso di bisogno. Il governo partecipò a questo gioco, sperando che l’economia si risollevasse, risolvendo i problemi delle casse. Purtroppo questa strategia non ha fatto altro che peggiorare lo stato dell’economia spagnola, bloccata da un sistema bancario paralizzato e prezzi immobiliari irrealistici. Oggi che Bankia è a rischio non si può lasciarla fallire: è troppo grande, o almeno così sembra. E siccome ad essere troppo grande è anche il buco di bilancio, in soccorso deve arrivare l’Europa.

(*) Fonte: il Sole24Ore

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
Questa voce è stata pubblicata in Riflessioni personali e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.