Napolitano: quante incognite davanti a sè

Riparto da alcune considerazioni fatte ieri nel mio blog con l’articolo “Scudo anti-spread? Meglio la credibilità del Paese” perchè l’Italia sta entrando davvero in una delle fasi di maggiore incertezza della sua storia recente.

Con lo spread superiore ai 500 punti, le parole di Mario Monti hanno lasciato intendere quanto sia complesso e instabile il rapporto con le forze politiche, dato che la revisione della spesa pubblica non è indolore per nessuno.

La coesione nazionale è ora più che mai indispensabile, come ricorda anche il presidente della Repubblica Napolitano. Ci stiamo incamminando verso un agosto carico di incognite, sapendo che alle elezioni mancano non meno di otto mesi. Ed è su questo che Napolitano ha messo l’accento, qualche giorno fa, nel suo discorso alla stampa. Ha difeso il suo operato nella nota vicenda delle telefonate intercettate, ha ribadito con forza di non essersi mai allontanato dalla Costituzione, ha respinto le polemiche sterili. Ma si intuiva la consapevolezza che ci attendono mesi drammatici.

Il Quirinale deve comunque continuare ad essere, sino al 2013, il punto di equilibrio e di garanzia indispensabile al sistema in crisi. Ogni parola deve essere mai come ora pesata con attenzione. Circa la querelle con la Procura di Palermo deve essere sciolto qualsiasi nodo giuridico, perchè sembra un’azione fatta ad hoc per delegittimare il presidente.

I prossimi mesi richiederanno un capo dello Stato “in ottima forma”; e accanto a lui un Capo del Governo in grado di controllare lo scenario politica. Occorrono, quindi, ed è meglio ribadirlo, coesione nazionale e senso di responsabilità dei partiti. Il problema è che questa coesione destra-sinistra spesso scricchiola, a dir poco, scricchiolerà sempre di più nel periodo che precede le elezioni.

Cosa avverrà nei prossimi mesi se la condizione generale della zona euro dovesse peggiorare o addirittura precipitare? La debole coesione che accompagna Monti sarà sufficiente a reggere il colpo o dovremo immaginare uno scenario che non appare oggi ancora maturo? Non è forse un caso se in queste settimane si sta formando una corrente trasversale favorevole ad anticipare il voto in autunno, così da restituire uno spessore politico al governo del paese. Ma un’operazione di questo tipo, al momento irrealistica, richiederebbe che i capi-partito non solo fossero concordi, ma anche che avessero le idee chiare sul dopo. Monti, come ribadito anche dal governo tedesco, deve restare. Ovviamente con il sostegno di una maggioranza politica, determinata e responsabile.

Il capo dello Stato spera ancora (e lo speriamo anche noi) che i partiti facciano almeno la riforma elettorale.

Vedremo.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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