Ma aiutiamole veramente queste imprese!

Mettetevi nei panni di un’impresa creditrice della Pubblica amministrazione. Sono tante, tantissime – la grandissima maggioranza di quelle che operano nell’edilizia e nella sanità – perché i debiti della Pa ammontano a 70 miliardi di euro (dati della relazione 2012 della Banca d’Italia). Aspettano i pagamenti fino a mille giorni.

Il decreto pubblicato giovedì in Gazzetta Ufficiale che sblocca i crediti avrebbe dovuto sanare questa anomalia tutta italiana. Prevede però che le imprese creditrici debbano fare richiesta per essere pagate in titoli di Stato entro il 29 giugno. Hanno aspettato tre anni il pagamento e devono fare domanda in una settimana.

Il decreto prevede poi che la Pubblica amministrazione stessa, esaurita la dote dei pagamenti in titoli, certifichi il credito delle imprese affidando la pratica a un commissario. Ogni ente avrà un commissario che si dovrà occupare di ogni singolo credito di ogni singola impresa. Non è difficile prevedere che arrivare al traguardo non sarà affatto semplice e che i mille giorni di attesa attuali potrebbero essere ancora allungati dall’espletamento delle formalità (fino a 140 giorni, calcolando termini e scadenze previsti). Oltre al danno la beffa.

Infine, un’impresa con credito certificato lo potrà scontare in banca. A sue spese naturalmente!
Accelerare i pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese, oltre che legittimo e sacrosanto – sono somme dovute – è un modo per dare liquidità alle imprese. Frapporre ostacoli, erigere muri di gomma, non aiuta le imprese. E non aiuta il Paese.

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Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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