Lo sviluppo economico riparte anche dal verde

Le principali associazioni industriali italiane che operano nel settore delle energie rinnovabili esprimono grande supporto all’opera che il ministro Passera ha intrapreso per porre sotto controllo e contenere entro limiti ragionevoli la spesa per il fotovoltaico. Se c’è una strada per ridare competitività alle imprese italiane bisogna passare dalla riduzione del costo dell’energia. La via da intraprendere è un maggiore impegno sul fronte dell’efficienza energetica e uno slancio serio delle energie rinnovabili.

Slancio che deve avvenire a livello italiano ed a livello europeo.

Tra l’altro, questa settimana, vent’anni dopo il primo Vertice della Terra, i leader mondiali si riuniranno in Brasile per decidere che tipo di futuro vogliamo. Il tema della conferenza sarà «Un’economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e riduzione della povertà». Un’economia verde si definisce come un’economia che genera un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, insieme a una significativa riduzione dei rischi ambientali e delle scarsità ecologiche.

In un’economia verde, la crescita è stimolata da investimenti che alleviano le pressioni sull’ambiente e sui servizi che esso ci procura, potenziando nel contempo l’efficienza energetica e delle risorse: è la nostra strategia di sopravvivenza. L’economia verde è un mezzo per arrivare allo sviluppo sostenibile, oggi come domani. Abbiamo bisogno dello sviluppo sostenibile, perché vi possa essere prosperità per molti anziché miseria per tutti.

Se continuiamo a utilizzare le risorse al ritmo attuale, entro il 2050 avremo bisogno dell’equivalente di oltre due pianeti per sostentarci. Se utilizziamo le risorse in modo insostenibile, saranno i più poveri a soffrire di più, perché la loro vita e i loro mezzi di sostentamento dipendono direttamente dall’acqua, dalla terra, dal mare, dalle foreste e dal suolo. Lo sviluppo sostenibile è seriamente minacciato da nuove sfide emergenti: dai cambiamenti climatici alla scarsità idrica, dalla debole resilienza alle catastrofi naturali alla perdita della biodiversità e degli ecosistemi.

Secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il passaggio a un’economia verde potrebbe generare, a livello mondiale, dai 15 ai 60 milioni di posti di lavoro supplementari nei prossimi due decenni.(*)

Ecco perché l’Unione europea deve continuare a battersi perché la conferenza di Rio raggiunga risultati mirati e ambiziosi. Bisogna dare avvio a un processo irreversibile, che abbia un impatto reale sulla vita dei cittadini. In fin dei conti, la conferenza riguarda le persone, riguarda tutti noi, il nostro futuro. Abbiamo suggerito obiettivi per le principali risorse naturali su cui poggia un’economia verde, obiettivi essenziali per una crescita sostenibile, inestricabilmente legati alle problematiche della sicurezza alimentare, della lotta alla povertà e dello sviluppo sociale; obiettivi che dovrebbero spronare il settore privato a investire, stimolare l’innovazione tecnologica e creare occupazione.

(*) dati forniti dalla Commissione Europea per l’Ambiente

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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