L’aeroporto Catullo e i danni di una politica provincialistica ed autoreferenziale

La situazione del Catullo Spa era in deterioramento già dal 2007 e la politica veronese non si è accorta cosa succedeva sul mercato. Mentre nel resto dell’Italia gli aeroporti crescevano, Verona perdeva progressivamente quote di mercato, rubate da Bergamo, Bologna e Venezia.

L’inerzia della Catullo Spa , combinata con la congiuntura della crisi economica, l’aumento del costo dei carburanti, il crollo del mercato del charter (su cui si era specializzato) perché rimpiazzato dal low cost, hanno portato al progressivo ridimensionamento del nostro scalo.

Si giunse al bivio: ridurre la società in modo drastico o tentare un piano di sviluppo che porti fuori dalle secche l’aeroporto di Verona. La scelta, leggo dalla stampa, fu di fare un accordo con i competitors del sistema lombardo: Malpensa e Bergamo in primis. Piuttosto di andare allo scontro si preferì raggiungere un accordo con la Sea spa, società di gestione degli aeroporti di Malpensa e Linate. Così si fece il progetto SEAS (South European Airport Sistem). Quattro aeroporti con 5 piste del Nord-Italia. La Regione Lombardia, commissione trasporti, approvò il progetto. Leggo che venne stipulato un accordo tra gli aeroporti di Verona e Milano e si decise di dare mandato a due advisor per stendere il progetto industriale di aggregazione tra gli aeroporti lombardi della Seas e quello di Verona-Montichiari. Il nuovo sistema aeroportuale avrebbe portato al rafforzamento dei 4 aeroporti e ad un maggior potere contrattuale utilizzato per acquistare i vettori attualmente diretti verso altri sistemi Europei. Nel frattempo si acquisì la concessione di Verona (che mancava) e fu avviato l’iter per quella di Montichiari. La Seas Spa, sarebbe stata composta dal 30% di capitale pubblico, in quote paritetiche tra Aeroporti del Garda ed i Milanesi, mentre il rimanente 70% di proprietà della Seas sarebbe stato messo sul mercato, con quotazione in borsa.

Perché la politica veronese non ha portato avanti questo progetto? Quali sono i responsabili che hanno bloccato l’operazione, portando l’aeroporto in questo stato pre-fallimentare?

C’era un progetto alternativo per superare il mortale isolamento di Verona?

Gli aeroporti lombardi sono andati avanti comunque per la loro strada, anche senza di noi ed ora sono pronti ad entrare in borsa… E noi? Che progetto strategico alternativo hanno coloro che hanno bloccato l’asse del nord con la Lombardia? O l’unica alternativa è un drastico ridimensionamento dello scalo, con licenziamenti e dismissioni?

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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