La ricerca è una porta aperta sul nostro futuro

Bisogna far comprendere a tutti il valore strategico dell’innovazione, portando alla ribalta il Paese reale, che funziona grazie a imprese e centri di ricerca d’eccellenza. I giovani ricercatori italiani devono ritrovare l’orgoglio per ciò che fanno. A tale riguardo, è fondamentale proseguire nella valorizzazione della figura del ricercatore industriale. Per raggiungere questo obiettivo è essenziale costruire nel Paese la consapevolezza dell’importanza della figura del ricercatore, evidenziandone il valore sociale ed economico. È indispensabile inoltre favorire lo sviluppo (non solo la nascita) di nuove imprese innovative favorendo e rafforzando anche il rapporto con le imprese già esistenti, non solo grandi.

La crisi globale con la quale stiamo facendo i conti richiede risposte forti. Penso che, mai come ora, il futuro del Paese dipenda proprio dalla nostra capacità di produrre innovazione. La strada della ripresa si imbocca solo con prodotti innovativi e vincenti nel mondo. C’è una stretta correlazione tra la crescita del Pil e la percentuale di risorse investite in ricerca e innovazione da ciascun Paese. E la stessa cosa vale anche per le imprese.

Per questo il Governo e i Partiti devono mettere la ricerca e innovazione al centro dei loro programmi e della politica di sviluppo del Paese. In Italia va migliorata la governance della ricerca e innovazione: va superata la divisione tra i troppi livelli amministrativi chiamati a intervenire. Inoltre bisogna garantire chiarezza di obiettivi, certezza negli strumenti, tempi sicuri, efficienza nella gestione, creando un ambiente favorevole alla crescita, dove sia facile investire e fare ricerca e innovazione.

L’Italia deve puntare sulle eccellenze che, aggregando la massa critica necessaria per essere competitivi a livello europeo e internazionale. Secondo le “Mappe delle competenze” elaborate da Confindustria, i centri di qualità sono distribuiti non soltanto nelle Regioni del Nord e del Centro, ma anche in quelle meridionali. Su questa base, e per affrontare al meglio le sfide della crisi globale, si deve favorire sempre di più la creazione di grandi Progetti Sud-Nord che hanno unito i territori e incentivato un sistema virtuoso di utilizzo delle risorse pubbliche e private. Progetti concreti capaci di mettere in rete, in una logica di filiera, centri di ricerca e soggetti imprenditoriali piccoli, medi e grandi delle diverse aree del Paese.

Come ha detto di recente il Presidente Mario Monti, abbiamo bisogno di un’Italia pienamente “europea”. In questa prospettiva – per avvicinare il nostro Paese ai Partner più avanzati – bisogna insistere nel chiedere al Governo di far contare di più il Sistema Italia a Bruxelles e di adottare misure come il credito d’imposta in ricerca e innovazione già in vigore in tanti Paesi.

L’Italia è sostenuta dalle migliaia di imprese manifatturiere che esportano prodotti originali grazie alla loro creatività. Le nostre aziende tengono sui mercati di tutto il mondo grazie alla loro capacità di fare innovazione. E non vanno lasciate sole se l’Italia vuole tenere aperta la sua porta sul futuro.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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