I giovani reclamano un loro diritto: il lavoro

Gli effetti della recessione economica danno segni di inversione e di peggioramento, come confermano i dati dell’Istat e dell’Eurostat. In Italia, la disoccupazione è salita all’11,1% e quella giovanile è giunta al 36,5%. Si tratta dei massimi storici, tradotti in perdita di oltre due milioni di posti di lavoro in un anno nell’Eurozona e diretta conseguenza delle politiche di austerity in periodo di recessione.

Il crescente tasso di disoccupazione giovanile non porta soltanto all’incertezza del futuro per le prossime generazioni che dovranno sopportare il debito pubblico, ma aldilà delle vuote dichiarazioni che si sentono nelle campagne elettorali in corso, dove i giovani sono abusati come slogan, il problema non è tanto del futuro quanto del presente. La disoccupazione giovanile porta alla miseria, costantemente in aumento e pericoloso segnale di una ormai, anche socialmente e politicamente pericolosissima, forbice delle disuguaglianze.

La disoccupazione produce miseria, e uno Stato democratico non può non adottare provvedimenti, rimanendo indifferente ad un così enorme problema.
Si apre così un progetto politico necessariamente diviso in due parti. In mancanza di una disciplina della finanza globale, padrone della politica economica degli Stati, si esige la politica di rigore imposta agli Stati europei più indebitati. Il patto di stabilità e il controllo del debito pubblico dovranno nei confronti dell’esterno non essere abbandonati, bensì accompagnati da nuovi prioritari programmi. Questi ultimi non possono essere affidati ai vuoti slogan del rinnovamento o della crescita.

Il diritto al lavoro e alla dignità della vita costituiscono il nucleo centrale della nostra Carta costituzionale. I pur necessari tagli imposti dal fiscal compact, dalla spending review e da qualche altra diavoleria, non possono più essere indiscriminati e qualunque programma di governo, se non vuole condurci a una miseria irreversibile, deve operare accurate revisioni e selezioni nei tagli e nella politica fiscale e proporre concreti investimenti oltre che un futuro dignitoso per le giovani generazioni.

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Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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