Gli studenti alla politica: «Ora basta promesse»

Articolo tratto da L’Arena del 9 febbraio 2013

LA TAVOLA ROTONDA. Al liceo Stimate esponenti delle varie coalizioni in corsa per governare. «Lavoro, meno tasse, tagliare la spesa pubblica e aiuti alle scuole»

Vanno al sodo. Ma puntano anche in alto, agli ideali. Quindi, cari politici, «meno tasse, tagliare la spesa pubblica e le auto blu, ridurre il debito, tassare di più le slot machine. Ma soprattutto: basta promesse e guai a illudere gli elettori».

Mittenti: gli studenti del liceo Stimate. Destinatari: esponenti — ma non candidati — di coalizioni in campo per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, alla tavola rotonda «Per un voto libero e responsabile». Un’aula magna gremita di 250 ragazzi di quinta (per la prima volta al voto), quarta e terza, con il preside Umberto Fasol, ha accolto il sindaco e segretario nazionale della Liga Veneta, Flavio Tosi per Lega-Pdl e centrodestra; Simone Madinelli per Pd-Sel-Centro democratico (Bersani); Fiorenzo Fasoli per Rivoluzione Civile (Ingroia), Matteo Creazzo (Fare per Fermare il Declino), Paolo Albrigo (Movimento 5 Stelle), Alessandro Boggian per Udc-Fli-Scelta Civica con Monti e Marcello Ruffo, di CasaPound.

Moderatore Stefano Filippi, giornalista del Giornale.

Presente Filippo Grigolini (Lista Tosi), presidente della Seconda circoscrizione. Le provocazioni degli studenti, esposte da Giovanni Lugoboni, Pier Edoardo Lovati, Vico Mantoan e Francesca Santini, si aprono così: perché questo distacco fra politica e cittadini? Nelle risposte, inedita convergenza fra Fasoli (Ingroia) che auspica «un ritorno al sistema di voto proporzionale» e «il cambio di legge elettorale» e un Tosi che ammette l’errore del Porcellum firmato da Lega-Pdl nel 2006 e spera quindi in un ritorno alle preferenze. «Promesse? C’è un leader del centrodestra», dice alludendo a Berlusconi, «che ne fa parecchie, ma ne fanno un po’ tutti. Però la gente alle promesse non crede più». Il «grillino» Albrigo però non perdona chi ha portato l’Italia dov’è, «perché niente impediva di cambiare già la legge elettorale. Quanto ai costi della politica, noi abbiamo rinunciato a 1,6 milioni di finanziamento pubblico». Ruffo, CasaPound, invoca «la scure sulla spesa pubblica, l’eliminazione di una delle due camere, ancorare lo stipendio dei parlamentari a quello degli operai».

L’Udc-montiano Boggian lancia una proposta: «Non detassare, ma abolire le slot machine e il gioco d’azzardo, che rovinano le famiglie».

Dare risposte vere su lavoro, fronte sociale ed economico, è per Madinelli, Pd, «la strada per riavvicinare la gente alla politica. La legge elettorale? Noi e Sel abbiamo indetto le primarie». Fermare il Declino, il movimento di Giannino, lancia una cura dimagrante per lo Stato nell’economia: «Basta con in sostegni pubblici alle imprese, piuttosto eliminare l’Irap». Altri due studenti: «Perché il 5 Stelle è contro il sostegno pubblico alle scuole private?». Albrigo: «Lo Stato deve sostenere la scuola pubblica. Quella privata si paga con le rette». Il preside Fasol: «Noi paghiamo perché lo Stato non ci riconosce, ma non paghiamo volentieri». Applausometro a mille. Altro che distacco dalla politica.
Enrico Giardini

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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