E’ l’ora di darci (più di) un taglio

Arrivata la busta paga di agosto…meglio andare direttamente al sodo e non guardare le varie voci relative alle infinite trattenute.

Il carico fiscale in Italia è davvero insostenibile ed è necessaria una sua riduzione, se si vuole rilanciare il nostro Paese. Lo sappiamo noi, cittadini, i soliti, che ne subiamo gli effetti. Noi lavoratori, artigiani e imprenditori. Su tasse ed evasione si era già espresso Monti. Qualche giorno fa Passera aveva annunciato alcune misure per ridurre le troppe imposte. Fornero sottolineava il record negativo del cuneo fiscale italiano, cioè la differenza fra il costo del lavoro (alto) pagato dalle imprese e la retribuzione netta (bassa) ricevuta dai lavoratori. Una differenza che è conseguenza anche qui delle troppe tasse e che si traduce in meno risorse per investimenti e consumi calanti, con conseguente stasi della crescita.

Promettere tagli alle tasse è facile. Ma i vincoli di gettito sono tali da far suonare ipotesi e proposte quasi una beffa per chi è in regola con il Fisco. Tanto che il governo ha dovuto con decisione togliere dal tavolo dei piani estivi possibili interventi sull’Irpef: insostenibili se non addirittura controproducenti. Annunciare tagli oggi in una situazione nella quale tutti finirebbero per aspettarsi nuovi aumenti domani, spingerebbe a risparmiare e non ad agevolare i consumi. Tanto più che, per quanto l’esecutivo voglia evitarlo, grava comunque sul nostro futuro un aumento dell’Iva.

Dalla revisione degli incentivi alle imprese potrebbero arrivare le risorse necessarie: sarà decisivo capire però in quale misura. E sarà essenziale resistere alle mille lobby.

Il peso del cosiddetto cuneo fiscale è inoltre in buon parte dovuto ai contributi sociali che servono per finanziare, ad esempio, le pensioni. I primi risultati della riforma previdenziale potrebbero essere utilizzati per misure in quella direzione?
E se, infine, fosse impensabile una riduzione generalizzata di quelle tasse sul lavoro che gravano sui dipendenti per il 47,6% (la media Ue è del 41,7%) si punti almeno a tagli di scopo: si agevoli chi assume, chi fa ricerca, si incentivino i giovani e la nascita di nuove imprese. Si lavori per favorire la crescita di domani.

Dalle troppe ipotesi da convegno si passi alle scelte. Al Paese serve realismo ma anche futuro.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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