Esiste solo una crescente domanda di buona politica. Esistono certamente la demagogia ed una superficiale commistione tra comicità e protesta, che alimenta un clima in cui i cittadini sono portati a fare di ogni erba un fascio e ad ipotizzare che in fondo i politici sono tutti uguali. E magari sono anche inutili.
In questo contesto i partiti politici, la cui immagine è gravemente compromessa da inchieste giudiziarie e comportamenti di dubbia legalità, hanno la possibilità (o meglio il dovere) di intercettare la domanda di buona politica e chiedere ai cittadini, alle associazioni, ai movimenti, agli intellettuali, a lavoratori ed imprenditori, tecnici ed esperti, a donne, ai giovani ed anche alle forze meno giovani (ma forse più sagge), di scendere in campo per rinnovare il Paese e le sue istituzioni. E’ questo l’unico vero antidoto al collasso del sistema politico italiano.
Ma che cos’è questa buona politica a cui tutti anelano? E’ di destra? Di sinistra?Sta al centro?Diciamo innanzitutto che è un diritto ed un dovere per ciascun cittadino, a partire dalla massima carica dello Stato, fino all’ultimo diciottenne che ha acquisito oggi il suo status di elettore.
Gli ultimi mesi, ma soprattutto quel ventennio di fallimenti che passerà alla storia come Seconda Repubblica, ci insegnano che la buona politica è fatta di competenza, spirito di servizio, buon senso, giustizia sociale, pragmaticità e dall’idea fondamentale che ciascuno è responsabile della comunità presente, in cui vive ed opera, e della comunità futura che lascerà in eredità ai propri figli. Non sono facili slogan, ma la vera ragione dell’agire politico che questa crisi morale ed economica ci spinge a riscoprire.
Come sarà la società italiana ed in particolar modo quella veneta dopo la grande crisi? Spetterà proprio alla società civile, pur così eterogenea, il compito di impegnarsi per essere motore di quel cambiamento che con urgenza si auspica. Lo strumento non può che essere quello democratico dei partiti. Partiti rigenerati dagli obiettivi e dagli strumenti di una buona politica e da una nuova ondata di militanti e dirigenti. Un appello alla coscienza e allo spirito di responsabilità di ciascuno.
Ricostruire, rivitalizzare, crescere, partecipare: sono queste le parole d’ordine della Terza Repubblica. Una nuova comunità nazionale in cui tanti fino ad oggi sono stati ai margini e sono stati spettatori, si riappropriano del diritto-dovere di partecipare in prima persona. Mettendo da parte comicità, proteste sterili e demagogia. Rimboccandosi le maniche con umiltà, pazienza e determinazione, come solo gli Italiani sanno fare dopo le grandi sciagure che colpiscono il nostro territorio. In queste settimane non sono le nostre città e le nostre campagne ad essere alluvionate o terremotate. Ma è stata la nostra stessa dignità di cittadini, umiliati, offesi e delusi. Lo tsunami morale ed economico si è abbattuto sulle nostre famiglie, le nostre menti ed i nostri cuori.
Adesso è arrivato il momento di ricostruire.