Chi ne capisce più qualcosa?

I partiti disorientati provano l’abito delle liste civiche.

Ora tutti i partiti vogliono liste civiche “alla Grillo”. Sentono odore di bruciato e fanno scorte di acqua. Ma rischiano di inciampare e di farsi gran male.

La moltiplicazione delle liste della società civile è impressionante e tutte rispondono allo stesso obiettivo: il tentativo un po’ disperato dei partiti di indossare l’abito adatto al clima che c’è nel Paese. E, più di tutto, di mostrarsi in sintonia con i bisogni nuovi che stanno emergendo e sono già emersi all’ultimo test elettorale di fine maggio.

La novità di quest’ultimo voto si coglie nel fatto che vengono premiate figure politiche legate più al loro profilo istituzionale e – quindi – rappresentanti di un interesse generale, piuttosto che personalità che vengono dai partiti e sono espressione solo di una parte della società.

C’è un cambio nell’idea di rappresentanza: si sceglie chi è slegato dai partiti e può occuparsi della collettività con maggiore libertà di azione. Resterà davvero così anche nel 2013 quando lo scontro sarà politico e non amministrativo?
A questa domanda sembrano aver già risposto i partiti: sì. I vertici attuali delle forze politiche sembrano convinti di quest’analisi tant’è che le liste civiche sono proprio quel diversivo rispetto al partito tradizionale inquadrato – ormai – solo come guardiano di interessi di una parte. Dunque, nasce la necessità di creare un “luogo” politico ad hoc per dare la suggestione che lì sono rappresentate le domande più generali e trasversali della società: la legalità, l’equità, l’uscita dal tunnel della crisi, la lotta agli sprechi pubblici e alle tasse.

Insomma, una situazione davvero incredibile quello che sta succedendo ai partiti italiani e, penso, senza precedenti. Dopo averlo sbeffeggiato, accusato di populismo, la sinistra grida che è uno di destra mentre per la destra è esattamente il contrario, insomma ora che i sondaggi danno il Movimento 5 stelle ad oltre il 20% dei suffragi, tutti si ispirano a Beppe Grillo, tutti vogliono fondare liste civiche per arginare la deriva del voto, che li vedrebbero letteralmente maciullati.

Che Beppe Grillo sia destinato a scombussolare ogni progetto lo dimostra l’intervista concessa al settimanale del «Corriere della Sera», nella quale afferma senza tentennamenti di essere contrario a tutti i partiti. Lui vuole una democrazia «dal basso», insomma una «democrazia diretta», che si esprima sul web su tutte le questioni vitali.

Ma si può far politica solo ed esclusivamente con un blog o con il web, in generale? Non lo so, non credo. Staremo a vedere come gli eletti del Movimento 5 Stelle governeranno.

Si parla poi di una lista civica guidata da Roberto Saviano in appoggio al Partito democratico. Mah…certo è che non si può parlare solo di mafia; la politica è fatta anche di economia, mondo del lavoro, giustizia, ecc. ecc.

E il partito berlusconiano, ormai sull’orlo di una crisi di nervi, sta esaminando qualcosa di molto simile: mettere insieme liste civiche «presentabili» (ma sarebbe meglio dire «digeribili») da un elettorato oramai stanco e sfiduciato, la cui rabbia verso la nomenclatura ha raggiunto la soglia di allarme e ragiona su Gerry Scotti. Berlusconi in persona avrebbe già fatto depositare all’ufficio marchi del ministero dello Sviluppo economico il nome «Italia Pulita». Più che una nuova veste del partito, un modo per precludere agli altri la possibilità di utilizzare un logo di facile presa. Col vento dell’anticasta che tira in questo modo, «Italia Pulita» farebbe sfracelli (se non fosse, però – ironia della sorte? – un nome già depositato da un’industria di carta igienica).

Morale della favola: a mio modesto parere, i partiti non sono affatto credibili in tutta questa operazione.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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