Cav, scendi da cavallo…

Il PDL è ormai un partito in ginocchio. In Sicilia ha perso circa tre quarti dei suoi voti e, francamente, credo non saranno le primarie (di cui si parla oramai quotidianamente) a risollevarlo dal caos. E dal declino.

E Berlusconi? Non ricandidandosi ha voluto presentarsi come uno disinteressato al potere. In realtà, ha compreso chiaramente che la sua stagione è finita.

Quante volte lo abbiamo visto prendere un tema che molti avevano considerato giusto e farsene scudo per ottenere quello che gli interessa: dal falso in bilancio alla battaglia contro il monopolio statale della televisione, dalle intercettazioni alla corruzione tra privati.
Così per la magistratura: non c’è ormai quasi giorno che sui giornali non si legga di indagini, accuse, sentenze che lasciano, a dir poco, sconcertati.
Ma lui, Berlusconi, che cosa ha fatto per correggere i difetti nell’amministrazione della giustizia in Italia? Se non ha fatto nulla in tutti questi anni in cui aveva il Governo e maggioranza… Il giochetto ormai è rotto, non saranno in molti disposti a seguirlo.

Qual è il collegamento fra la dura sentenza Mediaset e il ritiro dal palcoscenico politico annunciato da Berlusconi? Adesso che ha ceduto le armi, Berlusconi comincia a subire le bastonate della magistratura con un’intensità mai sperimentata in passato. E probabilmente dovrà prepararsi al peggio. C’è dell’altro all’orizzonte, a cominciare dal processo Ruby. La stagione di Berlusconi è proprio finita.

Non sarà il colpo giudiziario a ricreare l’«effetto vittima» sul quale il Silvio del passato ha giocato più volte con indubbia efficacia. Oggi, come sempre, critica la magistratura con i consueti argomenti, ma non sembra plausibile che cambi di nuovo idea. L’uscita di scena non può non essere definitiva, fatta salva una candidatura alla Camera o al Senato che tra l’altro garantirebbe all’eletto un certo grado di immunità parlamentare.

Quello che Berlusconi non può pretendere, ma forse pretenderà, è che il centrodestra di domani si blocchi in una nuova puntata della guerra contro la magistratura. E cioè che torni a essere uno scudo a protezione del capo come è stato per anni. Oggi quello scudo non sarebbe efficace perché il vecchio leader non è più alla testa delle sue truppe. E inoltre il futuro gruppo dirigente, quello che si vorrebbe creare attraverso frettolose primarie, sarebbe sconfitto in partenza se la sua missione fosse quella di combattere le battaglie giudiziarie del capo storico. La sentenza di Milano provoca conseguenze destabilizzanti, obbligando quelli del PDL a compiere una scelta netta: o con il leader nell’ultima battaglia contro i giudici o con l’opinione pubblica che non ne può più di questa telenovela e vorrebbe, più che altro, cambiare pagina per affrontare i veri problemi di oggi.

Una cosa, comunque, è certa: si sta aprendo uno spazio nella cosiddetta area moderata, con figure del mondo cattolico, intellettuali e imprenditori.

Ma occorrerà tempo per dare corpo a un messaggio convincente e soprattutto coerente. E l’UDC, in questo momento, è pronta a mettersi in gioco.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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