Attività sportive, il rebus dei certificati medici. Ecco quando sono obbligatori e quando no

Danza, pilates, ginnastica posturale e piscina, ma solo se si fa nuoto libero e non scuola di nuoto. Sono alcune delle attività sportive per le quali non serve il certificato medico. Rientrano infatti nell’ambito delle attività ludico-amatoriali per le quali, in base a quanto stabilito dalle nuove Linee guida del ministero della Salute, la certificazione è facoltativa e non obbligatoria come stabilito dal Decreto legge 69 del 2013.

Proprio in questi giorni, in concomitanza con la ripresa della scuola, molti genitori si apprestano a iscrivere i figli in piscina, a calcetto o in palestra per la frequenza di un’attività sportiva. La domanda a cui tutti stanno cercando una risposta è: serve il certificato medico o no? Cerchiamo di venirne a capo con l’aiuto di Silvestro Scotti, vicesegretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

Chi deve fare il certificato – Le Linee guida del ministero stabiliscono che il certificato è obbligatorio per gli alunni che svolgono attività fisico-sportive parascolastiche, organizzate cioè dalle scuole al di fuori dall’orario di lezione e per chi fa sport presso società affiliate alle Federazioni sportive nazionali ed al Coni. Quindi, i vari corsi di calcetto, basket, rugby, karate, judo, nuoto o ginnastica artistica sono tra quelli per i quali serve la certificazione quando, come accade in genere, le strutture che li organizzano sono affiliate alle Federazioni di competenza che consentono poi anche lo svolgimento delle gare non agonistiche. “Anche chi partecipa ai Giochi sportivi della gioventù fino alle selezioni regionali e i tesserati Coni sotto i 12 anni e sopra i 45 devono presentare un certificato medico che però in questi casi è gratuito perché è a fini scolastici” spiega Scotti.

Chi non deve fare il certificato
– Per tutti i corsi seguiti in proprio e finalizzati al mantenimento del benessere psico-fisico non è necessario il certificato. Qualche esempio? “Chi frequenta corsi privati di fitness, come l’aerobica o la sala pesi, il nuoto libero, la danza, lo yoga, il pilates e la ginnastica posturale – spiega il vicesegretario della Fimmg – è esentato dall’obbligo di certificato medico. Stesso discorso per i bambini in età prescolare che si avvicinano al nuoto con giochi in acqua”.

Perché questa distinzione tra attività amatoriali e non? “Perché si parte dal presupposto che i centri affiliati alle società sportive o al Coni abbiano uno standard di preparazione atletica che mette il medico in condizione di certificare se un paziente è in grado o no di seguire i corsi” spiega Scotti. Per le palestre che non sono affiliate, invece, è l’istruttore che stabilisce liberamente il tipo e l’intensità dell’allenamento: “Ma il medico non ne è informato e non può quindi stabilire se il paziente è nelle giuste condizioni di salute per seguire quel tipo di allenamento”.

Quali esami, chi rilascia il certificato – Per ottenere il rilascio del certificato è necessaria l’anamnesi e l’esame obiettivo con misurazione della pressione e di un elettrocardiogramma a riposo effettuato almeno una volta nella vita. Le Linee guida stabiliscono che per chi ha superato i 60 anni di età associati ad alti fattori di rischio cardiovascolare, è necessario un elettrocardiogramma basale debitamente refertato annualmente. Anche per coloro che, a prescindere dall’età, hanno patologie croniche conclamate che comportano un aumento del rischio cardiovascolare è necessario un elettrocardiogramma basale debitamente refertato annualmente. Il medico può prescrivere altri esami che ritenga necessari o il consulto di uno specialista. A rilasciare il certificato può essere il medico di medicina generale, il pediatra, il medico specialista in medicina dello sport ovvero i medici della Federazione medico-sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni).

I costi a carico dei cittadini – Anche se in teoria il certificato è obbligatorio solo per l’attività sportiva non agonistica in ambito di federazione, molte palestre lo chiedono ugualmente: “E’ una sorta di certificazione difensiva che i gestori richiedono comunque per tutelarsi rispetto alle coperture assicurative e i medici di famiglia sono tenuti a fare il certificato pur non potendo certificare la compatibilità del paziente con attività fisiche libere o comunque stabilite dall’istruttore, di cui non possiamo conoscere il carico reale” spiega il vicesegretario Fimmg. E poi c’è l’impatto economico: prima il certificato, poi l’Ecg e poi il referto magari dello specialista. La Fondazione italiana cuore e circolazione ha dichiarato che deve essere il cardiologo o il medico dello sport a certificare, altrimenti si rischia una diagnosi imperfetta o inutile. “Al certificato medico, che può costare tra i 30 e i 50 Euro, bisogna aggiungere il costo dell’Ecg e della visita specialistica per la refertazione: alla fine si può arrivare a spendere tra i 100 e i 150 euro, una cifra che rischia di scoraggiare i cittadini facendoli rinunciare all’attività sportiva”.

Questione di buon senso – Di fronte alla richiesta di un certificato che, per legge non è obbligatorio, il cittadino che vuole iscriversi in palestra non ha molte chance se non quella di cercare qualche centro sportivo che non lo richieda o rinunciare. “Chi fa attività fisica, sia l’adulto che il bambino, dovrebbe essere consapevole dell’effettiva necessità o meno di certificare il proprio stato di salute” avverte Scotti. “Alla fine, per essere più tranquilli, i genitori preferiscono comunque che il bambino sia visitato dal pediatra prima di iniziare uno sport, ma perché

il certificato abbia un senso e non sia solo un pezzo di carta, il medico dovrebbe sapere qual è l’effettivo carico di lavoro a cui il paziente sarà sottoposto”. Come dire: una cosa è fare quattro salti in un corso di aerobica e un’altra è fare 60 minuti di spinning. “Lo sforzo cardiovascolare e muscolare è diverso e ogni paziente va valutato sia in base alle sue condizioni fisiche che in base appunto al tipo di allenamento”.

Articolo tratto da “la Repubblica.it”

Leggi le linee guida 2014 del Ministero della Salute

Scarica la circolare del Ministero della Salute

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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