Ma quale democrazia in pericolo

L’appoggio a Monti anche nel 2013 non deve essere confuso, come hanno fatto molti giornali, con la volontà di ricorrere a un governo Monti bis dopo le elezioni. Il Corriere della Sera sbaglia tiro quando afferma che “la nostra Costituzione non assegna ancora alle riunioni delle grandi élite italiane il potere di indicare il capo di un governo per di più post elettorale, sostenere oggi il Monti bis è un errore”. Non si tratta di mettere in dubbio l’importanza di andare alle elezioni e scegliere attraverso il voto, massima espressione della democrazia, i propri rappresentanti.

E non voglio star qui a ripetere il perché si è arrivati ad un governo di tecnici.

Monti, pur attuando delle scelte impopolari e difficili da mandar giù per tutti, è riuscito (e gli italiani tutti sono riusciti) a rassicurare Bruxelles, Berlino e i mercati e a riconquistare il prestigio perduto tempo fa in Europa e nel Mondo. Sbaglia ancora il Corriere della Sera ad affermare “Ma la sacrosanta esigenza di rispettare le compatibilità europee e di imporci all’attenzione come un Paese coerente, giustamente sostenuta su questo giornale da Sergio Romano e Francesco Giavazzi, non vale il rischio di aprire una frattura nella tradizione democratica italiana”.

E la scelta di continuare con Monti nulla ha a che vedere con il fatto che “decideranno gli elettori, una volta nelle urne, a non fare scherzi e non cedere alla demagogia di promettere in campagna elettorale quello che una volta al governo non potranno mai mantenere”. E nessuno, compresa l’Udc, vuole che questa esperienza del governo tecnico diventi una regola. Ci mancherebbe.

Certo invece è che esigiamo dai partiti che riformino la legge elettorale – un Paese democratico funziona anche perché si dà una buona legge elettorale, che a sua volta produce un sistema politico che funziona – e approvino le norme anticorruzione.

I tecnici sono stati chiamati in un momento di massima emergenza, perché il precedente governo non ha saputo essere all’altezza della situazione.

Dunque gli schieramenti, nel 2013, si affronteranno con programmi e ricette alternative tra loro, e mi auguro che i cittadini possano esprimere la loro preferenza. E i vincitori saranno chiamati a governare.

Se i giornali fossero stati attenti al discorso fatto a Chianciano da Lorenzo Cesa, certe stronzate non verrebbero poi fuori. Concludo riportando qui sotto alcuni passaggi di quanto affermato dal segretario dell’Udc, che danno poco spazio a interpretazioni.

“…Non ci sono uomini della Provvidenza né unti del Signore attorno a cui costruire nuove illusioni. Né può essere una soluzione il populismo e la demagogia che sembrano caratterizzare le principali novità della politica…”.

L’unico cantiere veramente aperto è quello dei moderati, su cui lavoriamo da tempo. Quelli che hanno appoggiato senza se e senza ma i provvedimenti dell’attuale governo. Altri l’hanno fatto perché si sono sentiti costretti o per convenienza. Noi per convinzione. Del resto, il populismo è la malattia e insieme il rischio più grave in vista delle prossime elezioni. Non si può non notare come germi pericolosi di populismo siano presenti a destra come a sinistra (Pensiamo a questa estate, attraversata da una serie di attacchi trasversali e indegni al Capo dello Stato). E che ci sia troppo populismo e demagogia a destra come a sinistra lo dimostra anche la discussione sulla riforma della legge elettorale. Ci sono troppi aspiranti stregoni in giro, impegnati alla ricerca della pozione miracolosa che cambi tutto per non cambiare niente. Eppure i cittadini non ci chiedono strane alchimie. Ci chiedono una cosa semplice, molto semplice: le preferenze! Ci chiedono: “Fateci tornare a scegliere i nostri rappresentanti. Fateci decidere chi deve andare a casa e chi merita di rappresentare l’Italia in Parlamento”. Questo ci chiedono gli italiani, solo questo! Siamo capaci di votare questa riforma o vogliamo fare un altro regalo ai populisti e all’antipolitica? Anche su questo tema se c’è un’area che ha una posizione chiara, limpida, coerente da sempre è la nostra. Da tre anni chiediamo le preferenze e continuiamo a chiederle”.

Info su Alessandro Boggian

Presidente del Comitato Provinciale OPES Verona - Ente di Promozione Sportiva e Sociale riconosciuto dal CONI
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